Il territorio

Una montagna di biodiversità

La sua storia è antichissima e risale a circa 200 milioni di anni fa, quando il fondale marino del Mediterraneo emerse, creando la catena dell'Appennino. Appartenente al gruppo dei Monti Reatini dell'Appennino Abruzzese, il Terminillo - Mons Tetricus, per gli antichi romani - è un massiccio montuoso di origine calcarea, la cui vetta più alta raggiunge i 2.217,13 m di altezza. Diverse le cime che arrivano a superare i 2.000 metri. Ogni suo versante è segnato da profonde vallate che ne sottolineano i confini e lo separano da altri piccoli gruppi montuosi minori che lo circondano.

Legata alla costruzione della stazione turistica di Pian dé Valli, alle piste da sci e all'urbanizzazione che ne seguì nel corso degli anni Cinquanta, ha portato e porta ancora oggi il segno tangibile dell'uomo. Ma quando si parla del Terminillo si deve parlare anche della sua biodiversità. Numerosi sono infatti gli scienziati, i naturalisti o i semplici appassionati che hanno percorso e percorrono ancora oggi le valli e i versanti dei Monti Reatini, decifrandone il grande valore naturalistico. Dai lupi alle faggete monumentali, dai fiori che crescono in alta quota agli anfibi, dalle farfalle ai rapaci che nidificano tra le pareti di roccia, la flora e la fauna del Terminillo rappresentano un'oasi di biodiversità da proteggere e valorizzare.

Due, in particolare, le specie più famose e simboliche dei Monti Reatini, la betulla e l'aquila reale. Presenti esclusivamente nel versante nord del Terminillo, tra i massi della morena postglaciale e la faggeta, le betulle sono la testimonianza del periodo in cui i Monti Reatini erano ricoperti dai ghiacci, quando tra i boschi di acero, abete bianco e betulla si aggiravano orsi, lupi, cavalli selvatici e mammut. La presenza dell'aquila reale rappresenta la prova tangibile che ancora oggi quello del Terminillo è un ambiente sano: un'oasi naturalistica incontaminata, severa e affascinante.

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